ANTONELLA ALFANO
BOTTONI
Bottoni é un corto teatrale dal tono tragironico in cui l’intreccio di personaggi reali e immaginari dà corpo alla riflessione sulla semplicità delle passioni, (nella trama é fabbricar bottoni) che spesso viene sminuita, denigrata e ritenuta futile rispetto alla concretezze sociali.
La protagonista é, di conseguenza, é soggetta ad una violenza morale, invisibile, espressa da “solo parole“ e da fatti che, per la maggior, non sussistono.
Una quotidianità che porta ad un’esasperata incomprensione, a denunce aleatorie ed ad atti estremi.
“Ma le cose semplici possono contenere una grande forza. Il giudizio sulla loro inutilità é il frutto di una precipitosa illusione", si verseggia nell’epilogo in cui é racchiuso il senso di una lotta, costante e determinata, “affinché il Rispetto sia per l’uomo un’ispsirazione…Semplice“.
ESTRATTO DAL TESTO
DAMA: (...) Bottoni… Bottoni… Bottoni…
Poveri bottoni continuamente infilzati da un ago per compiere il proprio destino. Quale dignità ha un bottone? Creati per questo?...
Ed io creata per questo?
No! Non ha senso! Non sono pazza!
Provo costantemente a denunciare il mio malessere. Ma nulla. Vengo posposta a tempo debito perché i fatti non sussistono. Non ci saranno mai fatti a sussistere! Sono abili a con-fondere un’offesa nell’opinione e a barattare l’indispensabile con il superfluo.
Ma io esisto adesso e vorrei tenere lo sguardo dritto. Invece l’unico orizzonte che mi è “permesso” vedere è quello del suolo. No, Vostro Onore non c’è nessuno che mi preme una mano sul capo. Ma come si può vivere ogni istante con la balbuzie del proprio dire, nell’incertezza del proprio agire, nel dubbio del proprio essere. Essere, Vostro Onore, essere. E non è concreto Essere qui, ora, con questo corpo, con questa voce. (Si calma) Quella che rivolgo a voi è una supplica. Vostro Onore io vi… (Pausa. Incredula) Le uniche parole che osate pronunciare, “Avanti un’altra”.
Buio
Il Giudice (studio) - Lamar23