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MANIFESTO

RESTIAMO VIVI DAL VIVO !


 

POMOD'ORI.

Per una Ribalta scenica.

Sono sempre stata affascinata dalla polpa del pomodoro:

un incarnato compatto, acquoso, con varie tonalità dell'imbarazzo amoroso.

Disseta e sazia con un tocco di simpatia.

Proust m'é compagno ora che, mentre qualche semino passeggia ancora nel palato facendo del rosso sul rosso una tendenza golosa.

Ricordo la linea tracciata con la zappa per interrare i germogli, la linea di piantine tirata su con le canne del fiume per sostenere la loro crescita, la linea dei bordi di pietra per annaffiare senza calpestare e la linea del sole per cogliere i pomodori all'ombra della montagna.

Questa era, é, una LINEA vitale, produttiva, sacra.

Ecco non crescono pomodori on-line

come non si incarnano personaggi.

Questo un contadino lo sa,

un attore anche.


 

TEMPOrale TEATRALE

Si dice che porti un cilindro,

che é d'eleganza vestito

e che sfumi il suo sorriso in una pausa.

Ecco lui, é stato lui a portarmi il suo saluto

e la mia crisi: Tempo.

Congiuntivi, condizionali, imperfetti

che "smorfiano" il loro diritto alla perfezione

tra la mia lingua madre, quella territoriale e,

ora, quella testarda che ha il suono di cornamuse.

Tempi di se, di che, di... Poi?

Poi v'é un linguaggio il cui tempo é universale

che chiede di coniugare ossa, carne, voce

sotto la direzione dell'animo per dare corpo,

CORPO,

a storie e incanti: TEATRO!

 

Restiamo presenti a questa realtà.

RESTIAMO VIVI DAL VIVO!


 

BUFFONI

E dunque siamo noi

i gobbi che aggobbai sgobbano

su gobbe d'illusioni?

Oh, angeli dalle ali corte

scorciamo lo slancio

con piume piegate da artrosi.

La cura? Dateci la cura

oh sapienti, dotti, strateghi,

voi che con studi avete cucito concetti e convinzioni

alla lingua.

Scusate se mi permetto, avete della carie sugli incisivi.

Il muscolo parlante é biforcuto, a noi mirate solo una punta

mentre l'altra appunta decreti taglienti

per scorticare falli e fantasmi.

Anch'essi, come noi, hanno ossa.

Dove nasconderete il nostro scheletro?

Lí?

Anche voi?

E dite che materiale avete scelto?

Noce? Quercia? Ulivo? Dite allora, per Dio!

(A no, Lui no per favore, un'altra volta no.

Non é per niente o forse lo é per tutto,

ma v'é una differenza tra ripetizione e ciclo.

Non vorrei ripetermi)...

(E neanche perdermi)...

...

Cartone?!

Avete scelto del cartone per gli armadi!

Ma un pò di dignità!

DIGNITÁ: dignus é un valore, status,

condizione di nobiltà morale...

Nobiltà.

Morale.

Oh mio Dio!

(No, Lui ho detto no e, lo ripeto, non mi piace ripetermi).

I fatti: lo scheletro umano pesa circa tra i 15 e i 20 chili,

basterebbe dunque un leggero dondolio dato per esempio

dalle oscillazioni impercettibili e perenni della terra e op!

La struttura ossea come il più vivo degli esseri,

perde l'equilibrio, in avanti ammettiamo,

le ante si aprono e si svelano gli scheletri nell'armadio.

...

Calma, calma,

nessuna guerra.

La vostra condanna é la Memoria.


 

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