top of page

IN OTTOBRE

Cos’é?
Cos’é quel  senso che si posa lí
nell’incavo segreto del ventre,
laddove giace sempre vivo
il ricordo di un’atmosfera antica?

In ottobre le foglie cadono,
ballerine al vento di umide cortecce.
Le taglienti pietre si vestono di morbido,
e il muschio accigliato verdeggia in penombre.
Nell’aria della pioggia
si mescola l’odor del suo collo.
Respiro.
É tornato.
Corro ridendo nel sole
eppur é tempesta.
Sono fragile io.
Agile, chi ha detto fragile?
Oh vento biricchino,
perché non soffi
dove il mio sguardo scorge?
Capisco,
allora continua a espirar cosí,
testimone d’un profumo che seguo.
Certo ne é il fato che, clandestino,
ha trascorso notti segrete nella rosea valle
e giaciuto sognante nel riposo.
E nella valle,
culla del mio amato fiume,
i miei piedi fragili…
Agili, chi ha detto fragili?
scivolano.
Scorro.
Mio fedele alleato di pensieri e sospiri,
sei tu a spingermi or verso l’amore?
Che sia la tua corrente a guidarmi,
io terró i pugni stretti alla veste,
il cuor serrato al petto
e l’animo annodato ai capelli.
Saranno le sue mani ad attraversarli
percui raccomando a te,
amico mio di lunghe passeggiate,
di conservare il fior
sistemato nella treccia appena accennata.

Corri.
Perdonami scorri.
A correre é l’amore,
che sfida il tempo del destino!
Gli occhi del cuore vedono
e la bocca gemella si schiude.
D’altro a scorrer sono le tue acque
che carezzan le guance appena tiepide.
La voce dell’amor canta
ma le germogliate labbra silenziano.
E il suo abbraccio m’accoglie
nella fredda acqua che or corre…
Pardon, scorre.


 

bottom of page