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I QUADRO

 

POETA:

Con quale amarezza scivola il mio pensiero nella carne?
Con quale cuore ora la mia mano seguita a scrivere?
Con quale ardire freno la mia lingua d’inchiostro?
Icaro! Icaro, haimè, in un tempo in cui la convivenza con il labirinto è naturale a tal punto da abbellirne le alte siepi

con cimeli costosi e brillanti così che sembri la fioca luce penetrar tra un angolo e l’altro.
Icaro, ahimè… Le tue urla si odono cariche di disperata verità: è un labirinto! È un labirinto!

Ma gli esseri ormai arresi allo smarrimento, sorridono e deridono te, messaggero di verità! – Povero Icaro, ancora crede

di essere prigionier di Minosse o Icaro, ma cosa fai? Con quelle piume scaldati, con quella cera illumina…

Non sprecare ancora tempo.

(Urlando alla Madre) Non è più il tuo tempo.
Icaro, ahimè, trascini il piede rotto dall’ambizione, è vero
non è più il tempo, di chi assaporata la libertà punta al Sole… Sole?

Si contorce l’animo mio nel guardare gli occhi ciechi degli esseri che credono sia il buio la più potente delle luci.

Le pupille si sforzano di cercare nell’ombra la prossima direzione, il prossimo cimelio.

Si arriccia il naso all’affilarsi delle palpebre e la fronte si  corruga nella messa a fuoco. – Ecco forse intravedo… -
Intravedo…

I  loro cuori si sollevano riconoscenti al miracolo di un qualcosa che la natura dell’occhio conosce bene e che piange, rimpiange. Tagliato è il nervo che collega l’iride al cervello così che l’organo dimentichi il suo potere e si adatti all’oscurità dell’oblio.

Ma lacrima nascosto.
Icaro, ahimè, continua  ti prego a costruire ali.

Con la cera? Sì, se è l’unica materia che le tue mani sanno plasmare, e quando saranno pronte indossale e alzati in volo,

perché in questo tempo ancor prima di puntare al Sole bisogna vederne la luce.

Pertanto il tuo volo sfiderà le altezze delle siepi, che armate di cemento lasciano poche possibilità di respirare.
Trattieni il fiato.
Buio.


 

III QUADRO

PROSTITUTA:

(...) Creiamo il PPP: Partito Prostitute Protestanti! Principi: Sesso, Droga e Rock and Roll.  Promesse: lavoro, soldi e svago. Garanzie: … Andiamo avanti. Organizzazione: Sezione donne - a voi è affidato il settore… Non casalingo, siete ormai emancipate, siete quelle che ce l’hanno duro dentro e fuori. Pertanto la strada. Diritti: preservativi, aborti e bagnoschiuma al lampone. Teniamo alla delicatezza femminile. Doveri: percentuale d’incasso al Partito. Uomini - a voi il settore protezione. Sarete la scorta. Le puttane hanno sempre bisogno di una scorta. Diritti: palestre, amminoacidi e sigari cubani. Teniamo all’estetica della Difesa. Doveri: percentuale d’incasso al Partito. Vecchi - siete un discorso a parte. Con voi bisogna fare un’accurata selezione a partire dalle condizioni di salute. Non vorrete morire durante un amplesso o per eccitamento. Gli idonei s’inseriranno nel settore Perversi Polimorfi, i non idonei pluf (imitando una nube di fumo) Diritti: visite mediche, pausa riposo e minestrina calda. Teniamo alla tutela della Memoria. Doveri: percentuale d’incasso al Partito. Bambini - la mia gioia. Il futuro. Minimo sforzo, massimo risultato. Con quella pelle così tenera e l’innocenza negli occhi, sono un investimento. Diritti: riservatezza, pochi compiti e  qualche bambola. Teniamo alla tutela del minore. Doveri: percentuale d’incasso al Partito.
A noi ci dicono puttane e loro fanno le puttanate! (...)

IV QUADRO

 

POETA:

(...)Riempitevi di china o vene e arrossite d’inchiostro o guance affinché sulla pelle mia affiori la bellezza di quest’attimo, che nel momento stesso in cui il mio cuore lo riconosce è già passato, passato, passato…
Oh mia adorata…
Oh tempo beffardo…

Tempo beffardo!
Scardinate la mente insulsi poeti moderni,
spadaccini dall’arma di burro.
Ridete bavosi di gloria rotolandovi al sole
mentre la vostra spada si scioglie.
Chi va là!
Scattate d’improvviso
ma pallido è il vostro viso
perché unta è la mano guerriera.
Com’è semplice ridere di voi
che della Dignità, della Fedeltà, della Lealtà,
dell’Onore e del Rispetto
avete timbrato l’anima.
Com’è semplice ridere di voi
per Noi che invece ne abbiamo ferite le carni
e dissetato il cuore.

(...)

 

 

IV QUADRO

 

POETA:

Maledizione! E’questa la maledizione del Poeta, di me Poeta?
Servire la parola? Se è così, madre hai ben partorito la mia derisione, hai covato vipere dal veleno più letale. Deridi madre, deridi tuo figlio che scrive di Amore e a rispondere è Ricatto, (comincia a scalare la veste della Madre), che scrive dell’Invisibile e a rispondere è Inutilità, che scrive Storia e a rispondere è Dimenticanza, che scrive Informazione e a rispondere è Inganno, che scrive di Necessità e a rispondere è Interesse, che scrive di Giustizia e a rispondere è Potere.
Deridi la piazza, madre, che si riempie di proteste, deridi la fabbrica che si cinge di striscioni, deridi la scuola che bisbiglia il sapere. Deridi perché sai che non giungerà l’ascolto. Non giungerà perché  accurato e meticoloso è stato il tuo spogliar la parola del significato natìo e sostituirlo con cura alchemica di un significato altro, opposto, che trova il reale e visibile nel manifestarsi concreto. E in questo oggi si crede. E’ così che alla parola Diritto risponde Sottomissione.
Cimeli, preziosi cimeli nel labirinto oscuro della coscienza assopita. (Giunto faccia a faccia con la Madre le strattona con rabbia la collana di perle bianche.)
Per cui madre, chiedo ora chi è tuo figlio? Chi è il Poeta? Chi sono?

 

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Luna per strada - studio di linee drammaturgiche

                            bus105 Porta Maggiore, Roma


 

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