ANTONELLA ALFANO
La mappa - capitolo quarto
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Come ho Ripetuto il 1 agosto 1940 io, Pasquale Alfano e 18 anni, sono ben al corrente di tale disciplina e perciò non mi facevo mai sorprendere nel minimo fallo per non essere coinvolto nelle manganellate o ad ingoiare l’olio di ricino.
Il 1 agosto 1940 nel piccolo paesello di Rivello non c’è nessuno che dorme tra bambini e vecchi ultrasettantenni, mentre gli altri erano già partiti per i Fronti di guerra. Eravamo rimasti noi che non avevamo raggiunto l’età. Per me mancavano pochi mesi e compivo il 18esimo anno d’età e là al MACELLO.
Questi giorni sono anche Duri per noi sotto la disciplina fascista di Rivello, la parola D’ordine è <<Silenzio>>.
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La corriera si avvia lasciando dietro di sé una polvere fitta che annebbiava tutto Rivello e per noi era Addio Rivello. Siamo a Lagonegro nella Stazione Ferroviaria. Siamo scesi e abbiamo trovato un altro porcospino che ci prese in consegna. Ci ha fatto salire e ha messo il suo visto PARTIRE.
Il treno è vecchissimo, tutte carrozze con vagoni sconquassati, forse erano le carrozze con cui Garibaldi e Umberto I hanno inaugurato nel 1800. Il Treno Si Muove, Un Tubo di Fumo si alza nel cielo come una Nuvola, annebbiando Monte Sirino e avvolgendo la cappella della Madonna della Neve. Il treno entra nella Galleria. Le Gallerie sono molte da Lagonegro-Sicignano. Saranno più o meno una ventina ed il fumo s’inoltrava negli scompartimenti facendoci annerire come la pelle del Diavolo.
Dalla pagine 48
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Non appena mi disse di levarmi la Divisa Io risposi <<Come faccio adesso? Mi devo Ritirare Nudo a casa?...>> Lui risponde con una voce ironica e storcendo il muso: <<Sì Nudo!>>
IL MIO DIARIO COMINCIA. E’PIENO DI SACRIFICI E PAURA. PAGINA UNO.
ITINERARIO TRAGICO.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE 1940-1945.
DIARIO MILITARE DEL FANTE PASQUALE ALFANO.
1. I FASCISTI DI RIVELLO.
Primo agosto 1940 La giornata è molto calorosa. Il sole del solleone si fa sentire al massimo, Battendo i suoi raggi sull’arido terreno che circonda Rivello, arroventando le pietre come il ferro s’arroventa sotto il martello del fabbro.
Intorno ai Monti e le colline che circondano Rivello, v’è una certa foschia di fumo – Estraneo!...e nel respiro si sente un odore di Polveriera in fiamma.
Non è difficile sapere cos’è quella foschia di fumo che è tra i Monti di Rivello: è soltanto l’odore di una Tremenda Guerra senza confronto che la storia Ricorda.
L’Italia è in guerra dal 10 giugno 1940. Non appena 51 giorni e già il piccolo paese di Rivello, come tutti i comuni e la città Italiane, comincia a sopportare sul groppone il peso di un’orribile guerra. Quel Fumo e quell’odore sono le bombe dei quadrimotori Americani che bombardano città, ponti, Ferrovie.
La Distruzione è lì, dove molti sfollati si vedono sui Margini delle strade, sia a destra che a sinistra, che hanno perso ogni cosa, che hanno lasciato sotto le Macerie persino i loro cari E per la fame si vedono girovagare qua e là in cerca di qualche pezzo di pane per sfamarsi.
Ormai sin dai primi giorni di guerra c’è soltanto da Tremare.
Nessuna via di scampo per gli uomini della classe 1909 fino alla classe 1924. Per ben 15 classi venivano Reclutate sotto l’ordine di Benito Mussolini e il Re Vittorio Emanuele III Re d’Italia Formando così circa 9.000.000 di uomini armati contro Il mondo intero, contro le forze Nemiche Ben Armate, pronte a riceverci con le armi in Pugno.
Dalla pagina 13
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Signori miei dovete immaginare che tristezza v’era nel mio animo ma la sua voce era sempre più forte che si sentiva per tutto Rivello, Persino nella Chiesa di San Nicola che distava 700 metri.
Molti contadini si recavano a Rivello col loro asinello per fare delle spese e li legavano vicino agli olmi che stavano vicino al Monastero di Sant’Antonio. Il campo del Littorio è situato a due passi dal Monastero di Sant’Antonio. E nel gridare codesto segretario di tanto in tanto batte il pugno sul tavolo facendo un rumore d’una bomba a mano, uno di questi asinelli si slega dall’olmo ed entra nel convento perché la porta, anzi il grosso portone, era aperto dato che c’è un Monaco di nome Fra Felice che fa la pulizia nel convento. Quando ha visto l’asinello nella canonica è uscito ed è venuto lì da noi supplicando il segretario di non gridare perché gli altri asinelli si potevano slegare ed entrare tutti nel convento.
Il Segretario ha Risposto al povero Frate Antoniano <<Silenzio>>.
Ore 12.40 del giorno 1-8-’40.
Dalla pagina 47
CAPITOLO VII (2): L’ORRIBILE SEGRETARIO FASCISTA DI RIVELLO MI SCHIAFFEGGIA – Una specie di tortura.
Io cominciai a salire le scale lentamente per dirigermi nel suo ufficio, ufficio per modo di dire, c’era un tavolo e sul tavolo quattro scartoffie e al lato delle scartoffie c’è il Manganello. Al lato sinistro del tavolo intravedo delle Bottiglie di olio di Ricino e al lato destro vi sono i famosi moschetti per gli addestramenti Premilitari. Il Segretario si alza all’impiedi tirando la sedia di scatto dove era seduto e mi dice al alta voce <<Bella figura che mi hai fatto fare verso il Gerarca Fascista a Pignola e a sua volta verrà comunicato a Mussolini a Roma, Brutto Mascalzone!>> e mi allenta uno schiaffone a mano libera con quanta più forza aveva facendo andare la punta del dito nell’occhio che per niente ero bello e cieco. Ma io non rispondevo, lo sapevo che uomo era e non per niente mi dovevo trovare coinvolto in un male senza confronti.
Dopo avermi allentato lo schiaffone mi da un forte calcio nel Sedere facendomi molto male e per quindici giorni andavo zoppicando. Questo avvenne soltanto perché mi ero rifiutato di essere Fascista a Pignola il 25 agosto 1945. Lui aveva avuto la comunicazione e sapete come m’aspettava!
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