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HO PERCORSO 38 CHILI

“Ho percorso 38 chili” è un viaggio che si esprime nell’unità di misura del peso e non della distanza perché questa storia non si racconta, s’incarna. E’ l’esperienza di un uomo, del suo coraggio, della sua rabbia, della sua speranza, del suo dolore e della sua straordinarietà di testimone.
38 chili sono il finale di una massa corporea che l’autore e soldato Alfano Pasquale definisce speletro, parola inesistente nei vocabolari ufficiali, nata dall’unione “spettro” e “scheletro” per raffigurare la sofferenza disumana seminata durante il secondo conflitto mondiale.
38 chili: si potrebbe insinuare che questa storia abbia un peso leggero, ma quando la leggerezza non ha ali per volare ma catene da trascinare, allora è prigionia.
Oggi è il giorno della liberazione ed è il giorno in cui ho scelto, in quanto interprete, di celebrare la liberazione dalle imposizione delle scelte altrui per volere e far valere il proprio credo. Pasquale Alfano diserta la sua divisa fascista, libera la sua pelle, primo indumento dell’essere nato e indossa le sue convinzioni con determinazione, tanta paura e alcun dubbio. In ciò ruolo decisivo è l’incontro. L’incontro di paesani, amici, ufficiali che sostengono il morale e gli salvano la vita più volte con buoni consigli e vitali propositi.
E all’incontro, oggi sicuramente come allora, bisogna riconoscerne la preziosità, al confronto la necessità, agli intenti la virtù.
Solidarietà, fratellanza, comprensione, compassione, alleanza sono i valori che Risorgono dal diario di guerra come la più grande forza di sopravvivenza, come l’eccezionale condizione di sopravvissuti.
In queste pagine si potranno riconoscere luoghi, personaggi e atmosfere di Rivello, paese ieri impolverato dalle pesanti marce militari, paese oggi intonato da voci di memoria.


 

PAGINE IN SCENA

performance

Corpo e voce incarnano i momenti salienti di eventi straordinari nella forza e disperazione.

Una resistenza rappresentata in scena dalle pagine del diario (la visibile testimonianza), canti ancestrali e gesti netti.

Il tempo si consacra all'umiltà: un'ora per raccontare anni.

 

esposizione

Pagine (originalli e trascritte) sospese ad altezza uomo. Gli occhi degli spettatori sulla stessa traettoria dello sguardo del soldato.

Impossibile evitare, solo se si cambia traettoria.

Eppure, un pó piú lontane vibrano altre pagine.

Nell'ovunque ci sono parole e immagini.

Il filo trasparente a cui sono le legate le pagine, tirato dal soffitto al suolo, é simbolo dell'invisibile universale a cui è legata la Memoria, concreta solo nel  suo riconoscimento d'Esperienza Qui e Ora.

É TEATRO.



 

foto diario 1.jpg

Lorenzo e Pasquale a Potenza - capitolo terzo

FEDELE DRAMMATURGIA

Le mani tremano nello sfogliare le pagine ingiallite si una testimonianza di guerra. Lo sforzo compiuto dell'uomo nel ripercorrere le linee del fronte trasmutano le righe del diario in testimonianza di Forza e Dignità.

C'é un solo modo di rendere condivisibile un tale testo ed é quello della trascrizione fedele riportando accenti, maiuscole e coniugazioni di pari passo.

Alcuna correzione.

La Storia non si corregge, si racconta.

L'unico permesso elargito é concedere di rado un punto a frasi lunghe quasi una pagina con l'attenzione a non spezzare il fiato del decorso storico.




 

foto diario 3.jpg

Il nemico (dettaglio) - capitolo nono

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