ANTONELLA ALFANO
ALL’ INCHIOSTRO L’ONORAR
Straniero é a tratti
l’emozionato al cuor.
Vibra, tremola,
caldo divien.
Le parti ben ripartite
s’impartiscono lo sconfinar.
Tutto é tutto,
tanto é altro.
Muta sotto la pelle il senso,
si con-fonde il sentir.
Perde la ragione il potere della linea
e distratta divien nella resa inattesa.
Giungi or, in questa fertile terra,
oh Poeta,
visionario di informi macchie,
solitarie norme,
impalpabili effluvi.
Al gesto tuo il verseggiar vite,
all’inchiostro l’onorar.

A RADICI FORTI
E mi do a voi
come il volo ad una farfalla.
L’urgenza della névé terremota l’aria
e cosí il cuor incoraggia
l’impasto alle stelle.
S-catena la gloria
che le secolari bende hanno taciuto.
A radici forti
Or tronco e chioma.
Al canto della forza
l’utopica Libertà,
oh Morte sincera
riposa siamo anime in fiore.
IL GIOIOSO
Sognate,
il freddo giungerà.
Sognate,
e riderete
di non esser stati morti in vita.
Oh Limpida sera - Mes carnets
OLTRE IL CONSENSO DELLE OSSA
Vorrei stendere la pelle
oltre il consenso delle ossa,
lí sotto lo sguardo giallo
di arance saporite.
Lasciar la terra modellare
le forme golose dei miei fianchi,
e ai seni rispondere alle foglie
con pari nudità.
Silenzio, é il vento.
Le ciglia ondeggiano
allo spiffero delicato,
e alla vastità céleste
si vanta acuto il passo.
Si aggrapperà all’unghia
questo sogno?
ABBIAN I CORTI PIEDI, LUNGO IL PASSO
Se l'astro nocturno d'oro vestisse
comprenderei che la follia stasse
nel cuor tremante d'un elmo afflitto
e nel cantato gesto eletto.
Eppur d'argento ea si presenta
soave gira, turna linda e lenta
allor chiamo l'alma amata sorta
a scrutar la realtà che mai mi torta.
Nulla nel mirar s'inventa
si chieda al ramo che in ombra contempla
la linea della forma gi'or esistente
perpetua e solida sino alla luce errante.
Quel che la piuma di leggiadro vol
fa cedendo all'amore e al duol
é vociar del Poeta i supiri a uno a uno
sí che si miri per inter l'incanto della Luna
LE MANI DEL POETA.
Les mains du Poéte sont en argille,
le sang à l’encre noir…
Le mani del Poeta sono in argilla,
il sangue d’inchiostro nero.
E cosí che lo spazio/tempo
germoglia dello stesso colore del foglio.
Tracce di marrone,
sfumature d’alba.
I tratti distratti
si concentrano sull’atto:
piantare parole per raccogliere storie,
piantare sospiri per elevare grida,
piantare lingue per comporre corpi.
Da un seme di follia
ombreggia un albero di colori.

Arlecchino, Arlecchino - Mes carnets
A CHI L’OMBRA?
Ci sono occhi che guardano
e sguardi che tracciano.
Un corpo amato da in-finite linee.
« Non dimenticare mai le ossa! »
anche se é la polpa che in-Forma.
Ah, l’Invisibile !
A chi l’ombra?